Tra i tecnici e le matite non scimmiesche* la sensazione è che, da un punto di vista umano, finora il miglior momento della campagna sia stato quando al Town Hall Meeting di lunedì a Warren, Michigan, durante il botta e risposta un signore di mezza età in giacca e berretto, un signore che nell'aspetto non aveva nulla di insolito ma che alla fine si è rivelato essere pazzo - letteralmente, del tipo che il Dsm IV classificherebbe come schizofrenico - si è avvicinato al microfono e ha detto che il governo del Michigan ha una macchina per controllare la mente e influenzare le onde cerebrali e che nemmeno fasciandosi la testa con un sacco di rotoli di alluminio e facendo solo i buchini per gli occhi e per respirare uno riesce a impedirgli di influenzare le onde cerebrali, e lui vuole sapere se McCain, una volta presidente, userà la macchina controlla menti del Michigan per catturare gli assassini e perdonerà il Congresso e darà a lui personalmente un indennizzo per i sessanta lunghi anni passati sotto il controllo mentale del governo, e se per favore glielo può mettere nero su bianco. La domanda non fa ridere; il silenzio che scende sulla sala è di quelli mortificati. Pensate a quanto sarebbe stato facile per un candidato in una situazione del genere impallidire e rispondere goffamente, o far portare via il signore da qualche assistente dallo sguardo truce, oppure (peggio ancora) prendersi gioco di lui per esorcizzare il ribrezzo e l'imbarazzo dei presenti e cercare di mostrarsi spiritoso, nel qual caso buona parte delle matite più giovani sarebbe probabilmente svenuta per il disgusto e il cinismo, perché quel poveraccio è ancora lì davanti al microfono che fissa serio McCain in attesa di una risposta. Cosa che McCain, incredibilmente,
vede - l'umanità di quell'uomo, l'importanza che simili questioni hanno per lui - e dice che sì, lo farà, gli promette che esaminerà il problema, e che certo, questa promessa è disposta a mettergliela nero su bianco, anche se ritiene che "sulla macchina per il controllo delle menti (abbiamo) una divergenza di opinioni", e insomma riesce a disinnescare il pazzo e lo tratta con rispetto, senza superiorità e senza fingersi schizofrenico a sua volta, e lo fa con una tale rapidità e grazia e con una dignità così pura che se per caso si è trattato di una finta allora McCain è il diavolo in persona. Cosa che i tecnici in seguito, dopo il Momento stampa e la mischia del Town Hall Meeting, caricando l'attrezzatura a bordo dell'orrido Magnacciamobile, dicono che McCain non è (il diavolo), e loro si sono tutti quanti commossi per la qualità umana dello scambio, impossibile da fingere, e al tempo stesso sono rimasti colpiti dalla professionalità con cui McCain ha rabbonito quel signore, e Jim C. invita "Rolling Stone" a non essere tanto cinico a priori da rifiutare la possibilità che le due cose possano coesistere - genuinità umana e professionalità politica - perché è proprio questo il grande paradosso yin/yang della campagna McCain2000, ed è talmente più interessante delle robotiche e disumane campagne improntate al professionismo puro a cui Jim è abituato, che questa volta le sfacchinate quasi non gli dispiacciono.
David Foster Wallace, Forza, Simba
(Considera l'aragosta, Einaudi 2006)
*Dodici scimmie - (12S) nome in codice usato in privato dai tecnici per indicare le matite più prestigiose e meno popolari del corpo giornalisti accreditati... (Glossario dei principali termini della campagna elettorale, pag.183)
Altri McCain....
The McCain Doctrines, articolo del NYT, 2008
(...) There is a feeling among some of McCain’s fellow veterans that his break with them on Iraq can be traced, at least partly, to his markedly different experience in Vietnam. McCain’s comrades in the Senate will not talk about this publicly. They are wary of seeming to denigrate McCain’s service, marked by his legendary endurance in a Hanoi prison camp, when in fact they remain, to this day, in awe of it. And yet in private discussions with friends and colleagues, some of them have pointed out that McCain, who was shot down and captured in 1967, spent the worst and most costly years of the war sealed away, both from the rice paddies of Indochina and from the outside world. During those years, McCain did not share the disillusioning and morally jarring experiences of soldiers like Kerry, Webb and Hagel, who found themselves unable to recognize their enemy in the confusion of the jungle; he never underwent the conversion that caused Kerry, for one, to toss away some of his war decorations during a protest at the Capitol. Whatever anger McCain felt remained focused on his captors, not on his own superiors back in Washington. (...)
What's in McCain's medical records?, www.salon.com, 2008
(...) He'll be releasing everything about his repeated cancer surgeries. But he won't release his psychiatric records, which hold clues to the effect of his Vietnam captivity. (...)
Vietnam, ottobre 1967, la cattura di John McCain
Così McCain in Vietnam si improvvisò pastore (in italiano, Il Foglio, 2008)
Durante una conferenza stampa, nel 2007, quando un giornalista gli ha chiesto quale fosse la sua posizione sull'Iran, McCain ha risposto canticchiando un vecchio pezzo dei Beach Boys (vedi qui), ma cambiando un po' le parole...
McCain da Ellen sui matrimoni dei gay
McCain: ... I just believe in the unique status of marriage between a man and a woman, and I know that we have a respectful disagreement on that issue.
Ellen: Yes, but we are all the same people, our love is the same. To me, when someone says you can have a "contract", and still have insurance and all that, it's like saying: You can sit here, you just can't sit there. It feels isolating, it feels like we are not the same, we are not owed the same things, the same wording.
McCain: I heard you articulate that position in a very eloquent fashion. We just have a disagreement, and I, along many, many others, wish you every happiness.
Ellen: Thank you. (APPLAUSO) So, you'll walk me down the aisle?
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