"Se mostro segni di debolezza, se esito, sono morto. Ma finora ho resistito. Ho resistito." - Timothy Treadwell
Grizzly Man di Werner Herzog (2005)
la scena finale qui
Will Fulton sorvola il parco dell'Alaska dove ogni estate, per 13 anni, ha accompagnato Tim Treadwell.
Now the long horns are gone
And the drovers are gone
The Comanches are gone
And the outlaws are gone
Geronimo is gone
And Sam Bass is gone
And the lion is gone
And Treadwell is gone...
(Don Edwards, Coyotes)
Werner Herzog e Richard Thompson, in studio, durante la registrazione di un brano della colonna sonora, qui
Il viaggio di Herzog...
W. Herzog, Sentieri nel ghiaccio (Guanda 2008)
Nel '74, quando viene a sapere che la sua amica Lotte è ricoverata in un ospedale parigino, col cancro, Herzog esce di casa, a Monaco, e parte per Parigi. A piedi. «Presi la strada più diretta per Parigi, nell'assoluta fiducia che lei sarebbe rimasta in vita se io fossi arrivato a piedi». Attraversa campagne e montagne da solo, tempesta di neve dopo tempesta di neve. E tiene un diario.
"Mangiando un sandwich ho mangiato per errore anche un lembo della mia sciarpa”.
“I mandarini mi rendono euforico”.
“Una fiducia come quella sulla faccia delle pecore nella neve non l’ho mai vista”.
Quando arriva a Parigi il 14 dicembre, dopo tre settimane di viaggio, Lotte è fuori pericolo. Morirà di cancro qualche anno dopo.
La recensione di un lettore, su un vecchio blog
venerdì 13 agosto 2010
Fuori dal mondo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
, , , ,