"You are invited to a remarkable family gathering."

venerdì 25 marzo 2011

Where fun is serious business


Nel 2006, in pieno scontro di civiltà, sul forum di Fahrenheit (radio3) qualcuno propose una soluzione creativa ed efficace per rilanciare i valori cristiani e occidentali minacciati in tutto il mondo ma soprattutto qui da noi. Si trattava di importare l'echidna dalla Nuova Zelanda, caricarlo di valori occidentali e riesportarlo vendendolo all'ingrosso a comuni e regioni. Una soluzione che consentiva contemporaneamente di salvare il paese e fare impresa.


Sulla carta il progetto aveva tutti i numeri per funzionare. 
A: Ebbene, l'echidna, con quel suo aspetto mite, ma pungente all'occorrenza (come l'occidente, sputato!), è nato per essere un simbolo! Noi compriamo echidna (echidni?) a bizzeffe, mettiamo su una bella campagna tipo "Echidna and democracy walk together", facciamo salire un po' la domanda e poi scagliamo carrettate di echidna sul mercato. Anzi no, con parsimonia. Diciamo: "Uhm, sapete, non riusciamo a fornire più di tot barili di echidna al giorno, ci dispiace". E l'echidna sale. E con l'echidna saliamo anche noi. (...)

Poi però...

... emersero i primi problemi con l'echidna (stoccaggio, deperibilità, ecc.) e si cercarono altre strade. Dopo un monento di confusione, qualcuno  (sempre il solito) propose un altro animale caricabile.
A: E invece ti sbagli, un altro simbolo e' possibile. Abbiamo sempre la carta bonobo da giocare, ricordi? Rifondazione non l'ha candidato ed e' quindi libero da impegni. Forse il bonobo non piace a tutti, ma e' un dato acclarato che tutti piacciano al bonobo. Inoltre la sua onomatopea si presta a slogan e a jingle, altro dato cruciale. Insomma, basta trovare qualcuno che accetti la permuta bonobo-echidna e figurati se su eBay non c'e' qualcuno che accetta. Ci pensi tu? Lo farei io, ma devo ascoltare Bianca Pizzorno.

Qualcuno (sempre la solita) obiettò:
D: Stai scherzando, vero, sul bonobo. Cioè, vuoi prendere un relativista moralmente disordinato - un maniaco sessuale, diciamolo pure - e caricarlo di valori occidentali? Così poi ci accusano di voler aprire il varco col bonobo, per arrivare al mandrillo e smantellare tutte le istituzioni, UNA PER UNA, come vuole fare Luxuria.

E così, la carta-bonobo fu abbandonata.
Oggi, la primatologa Isabel Behncke Izquierdo la rilancia in sette minuti.

Leggi tutto...

lunedì 14 marzo 2011

Convenient Neglect of Pertinent Material


Manufacturing Dissent di Debbie Melnyk e Rick Caine
la recensione del Corriere della sera, qui

"Fahrenheit 9/11" è un buon film, ma credo che rientri in una certa categoria, quella di chi predica ai convertiti. E’ diventato quasi una chiesa laica dove la gente può pregare insieme e attaccare gli infedeli di Bush. Una comunicazione partigiana a senso unico tende a richiamare un publico di credenti e a rafforzare quello in cui già credono, anziché indurre qualcuno a cambiare idea. - Erroll Morris, documentarista




Al minuto 2'48" - David Gilmour, critico cinematografico e commentatore della tv canadese, ricorda la sua intervista a Michael Moore, dopo l'uscita del suo primo lungometraggio Canadian Bacon. Una commedia stroncata dalla critica. Interessante il match Gilmour/Moore.

2'48"
MELNYK - David Gilmour interviewed Michael Moore when he was film critic for the Canadian Broadcasting Corporation. In his fifty years of doing interviews, David says the one he did with Michael Moore about "Canadian Bacon" is the one every one remembers. This is Michael’s only dramatic film and is one his rare failures.
GILMOUR - I suspected, and it turned out to be true, that the second I asked the first thing he didn’t like to hear, the little persona of the sweet little boy, the regular guy, that mask slipped off and I thought: “That’s the real Michael Moore!”

GILMOUR:
There are people who had some serious problems with this movie, you know, Canadian Bacon…
MOORE:
You have a list?
GILMOUR:
I have a long list.
(Titoli: Bacon is an undercooked comedy, Childish, boring, ineffective blabber, Pure awefulness, Moore should stick to the nonfiction world, A dreadful waste of talent) They think it’s amateurishly shot, badly directed and not funny…
MOORE:
Wow...
GILMOUR:
… which is a problem for a comedy.
MOORE:
Well, you know, those people like art films. I made a film for people like me. Some critic said: “This is the first left-wing film for the mall crowd”. Now I don’t know whether he was referring to people who go to shopping malls or who live in trailer parks, but I consider that a compliment. Where are you from?
GILMOUR:
Toronto.
MOORE:
Where did you go to school?
GILMOUR:
I went to private school.
MOORE:
Well, you come from a different class than I come from, you know. You might like different things than I like.
GILMOUR:
I don’t think it has anything to do with the highbrow intellectual crowd. I think it’s possible that maybe you didn’t make a good film, and I think that you got to acknowledge that, rather than dismiss the people who don’t like your movie as if there’s something wrong with them.
MOORE:
Oh, I don’t have to acknowledge that. I made a very good film. A film I am very proud of.


GILMOUR - It was really quite a schizophrenic interview. Because I could tell that he wanted me dead, but in the same time I had him on film. And the only way that he was going to get that off film, was to make me like him again.

MOORE:
Some people won’t like the film. It’s ok, you don’t have to love the film. It’s alright, I’ll still talk to you.


GILMOUR - Here's a guy who makes his living going around, dropping in on people, putting the camera on them, capturing them in awkward positions and then filming them. All I'm saying is, if you are going to do that for a living, you've gotta be prepared for it to happen to you and when it does happen to you, you better behave with some grace otherwise, you're gonna look like a hypocrite.

Al minuto 4'03" - l'intervento di Erroll Morris (in italiano, in apertura del post)
Al minuto 4'26" - l'intervento di John Pierson, cineasta indipendente, già produttore di Spike Lee, Richard Linklater e Michael Moore (Roger & Me) - "(...) Escludo nel modo più assoluto che (Fahrenheit 9/11) abbia favorito anche solo minimamente la campagna di John Kerry. Michael ha finito per vendere se stesso. E da "Bowling a Columbine" in poi, ogni volta che le cose vanno a gonfie vele per Michael Moore - a livello personale, a livello di popolarità, a livello di conto in banca - fondamentalmente vanno sempre peggio per il paese."

Leggi tutto...

domenica 13 marzo 2011

Il piccolo principe selvaggio


Sceneggiatura di Dave Eggers, dal libro di Maurice Sendak

... e se da quasi un secolo si parla del “Piccolo principe” come di un capolavoro (di noia? di insulsaggine? di grigiore? di tutti e tre?), qua le cinque stelle sono il minimo. L'intreccio tra la malinconia cupissima che prende allo stomaco e il finissimo umorismo usato nei dialoghi è magia. - KL


Maurice Sendak parla del film e di Spike Jonze:
"Spike non ha paura di se stesso. Mi commuove."


Leggi tutto...