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domenica 17 gennaio 2010

Esploratori

Arte di ascoltare e mondi possibili - Come si esce dalle cornici di cui siamo parte
di Marianella Sclavi 
"Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze."
Le 7 regole dell'arte di ascoltare

e ancora...

A una spanna da terra - Una giornata di scuola negli Stati Uniti e in Italia e i fondamenti di una metodologia umoristica
"Perché lo stile umoristico di osservazione funzioni, bisogna partire con una certa leggerezza, molta curiosità e una conoscenza di prima mano (per immersione) dei problemi che vogliamo indagare. E specialmente bisogna stare attenti ai passi falsi. Non per evitarli, ma al contrario per osservarli con particolare cura: in una prospettiva umoristica, sono la strada maestra della conoscenza. (...) L'ironia dice una cosa per intendere il suo contrario e mira contro qualcun altro, lo humour demistifica e mette sia gli altri che noi stessi nel quadro..."

(durante una riunione di classe, al Romolo e Remo:)
prof.ssa Clerici (storia dell'arte): "Io oscillo fra momenti di carognaggine e abissi di bontà. Non uno che, interrogato, di fronte a una figura che deve decodificare, invece di mettersi a raccontare cose preistoriche, si fermi un momento a chiedersi: 'Cosa ne faccio?'..."
Marianella Sclavi: "Cosa ne faccio è una domanda 'ingenua'. In questa classe nessuno fa mai domande ingenue. Le domande sono formulate per lo più in modo tale da avere come obiettivo principale non quello di ottenere delle risposte ma quello di informare l'interlocutore che chi parla sa molte cose, è parte di un'élite culturale..."

La signora va nel Bronx 
... come si vive, cosa si pensa "dall'altra parte della barricata".

Valutare con umorismo
intervento al convegno "La bravura di ogni giorno"
"Alcuni anni fa mi hanno invitato a Torino a fare una relazione alla CGIL-scuola, sulla valutazione nella scuola. Io, nella mia ignoranza, ho preparato un po' di materiale, sono andata lì, la sala era piena di insegnanti e ho cominciato a parlare di valutazione: dove per me era assolutamente ovvio che 'valutazione nella scuola' voleva dire valutazione degli insegnanti. Le facce di queste persone, man mano che parlavo, diventavano sempre più verdi, i loro corpi sempre più rigidi: era come se io li attaccassi. Tant'è che a un certo punto mi sono interrotta e ho detto: "Dovreste proprio vedere le vostre facce!".

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