(*al netto della partenogenesi dei rotiferi, e della partenogenesi accidentale arrenotoca del tacchino, naturalmente - NdD)
venerdì 17 dicembre 2010
Uni
(*al netto della partenogenesi dei rotiferi, e della partenogenesi accidentale arrenotoca del tacchino, naturalmente - NdD)
martedì 28 settembre 2010
Autogol
"Non ho cambiato una virgola di ciò che volevo scrivere, né me l’hanno chiesto". Luca Casarini - qui
"Nessuno mi ha mai rotto le palle perché sono di sinistra. A parte quelli di sinistra, ovviamente". Sandrone Dazieri - qui
segue elenco dei non-firmatari della campagna no-mondadori...
"Finché potrò scrivere al meglio e in piena libertà e sarò in compagnia di gente che si riconosce in quei valori (autori, editor e lavoratori a vario titolo) io resisterò assieme a loro". Carlo Lucarelli - qui
"La Mondadori non mi ha mai censurato, altrimenti me ne sarei andato. Punto". Diego Cugia - qui
"In quale misura la proprietà dei Berlusconi influenza, condiziona o modifica la mia libertà di esprimermi attraverso le pagine stampate con il nome dell’azienda? Qualcuno può accusare me, o gli altri autori, di avere 'tirato indietro il piedino' per non offendere la proprietà? Dove? Come? Quando?" Vittorio Zucconi - qui
"Quell'aria di libertà che ho ritrovato nell' ambiente di «Repubblica» non è diversa da quella che si è respirata all' Einaudi in tempi ben più difficili di quelli presenti e che ancora vi si respira." Adriano Prosperi - qui
"Il mio obiettivo resta quello di dire quello che penso a più gente possibile nel modo più efficace, con la speranza che, unitamente alla voce di altri, questo possa contribuire a offrire più strumenti di dissenso a chi ne sta cercando. Questo per me è fare cultura. E se è vero che questo si può fare in molte altre case editrici, resto convinta che in Einaudi ci siano per me le condizioni per farlo meglio che altrove". Michela Murgia - qui
"Mondadori pubblica i miei libri, mentre tutti gli altri li hanno rifiutati, 55 volte". Antonio Pennacchi - qui
"Credo che la mia collaborazione debba continuare, perché Einaudi è un pezzo della cultura del nostro Paese. Chi gestisce lo Struzzo ha sempre rispettato l’autonomia degli autori: il giorno in cui dovessi subire un intervento censorio naturalmente me ne andrei. Einaudi continua a pubblicare libri nel solco della sua tradizione". Gustavo Zagrebelsky - qui
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giovedì 2 settembre 2010
Pesce da fiori
venerdì 13 agosto 2010
Fuori dal mondo
"Se mostro segni di debolezza, se esito, sono morto. Ma finora ho resistito. Ho resistito." - Timothy Treadwell
Grizzly Man di Werner Herzog (2005)
la scena finale qui
Will Fulton sorvola il parco dell'Alaska dove ogni estate, per 13 anni, ha accompagnato Tim Treadwell.
Now the long horns are gone
And the drovers are gone
The Comanches are gone
And the outlaws are gone
Geronimo is gone
And Sam Bass is gone
And the lion is gone
And Treadwell is gone...
(Don Edwards, Coyotes)
Werner Herzog e Richard Thompson, in studio, durante la registrazione di un brano della colonna sonora, qui
Il viaggio di Herzog...
W. Herzog, Sentieri nel ghiaccio (Guanda 2008)
Nel '74, quando viene a sapere che la sua amica Lotte è ricoverata in un ospedale parigino, col cancro, Herzog esce di casa, a Monaco, e parte per Parigi. A piedi. «Presi la strada più diretta per Parigi, nell'assoluta fiducia che lei sarebbe rimasta in vita se io fossi arrivato a piedi». Attraversa campagne e montagne da solo, tempesta di neve dopo tempesta di neve. E tiene un diario.
"Mangiando un sandwich ho mangiato per errore anche un lembo della mia sciarpa”.
“I mandarini mi rendono euforico”.
“Una fiducia come quella sulla faccia delle pecore nella neve non l’ho mai vista”.
Quando arriva a Parigi il 14 dicembre, dopo tre settimane di viaggio, Lotte è fuori pericolo. Morirà di cancro qualche anno dopo.
La recensione di un lettore, su un vecchio blog
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giovedì 12 agosto 2010
Favole
Il meraviglioso mago di Oz di Lyman Frank Baum
da wikipedia:
"Durante gli eventi che condussero al Massacro di Wounded Knee, L.F. Baum scrisse un editoriale razzista per il Saturday Pioneer, definendo 'cani piagnucolosi' i nativi americani e auspicando che fossero sterminati. Dopo il massacro, Baum rincarò la dose in un secondo editoriale, in cui criticò il governo degli Stati Uniti per essere stato troppo blando e insistendo che gli indigeni fossero "spazzati via dalla faccia della Terra".
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martedì 10 agosto 2010
Formule vincenti
Si fa la fila volentieri, da loro.
Prezzi e foto...
"Certo che mi ricordo. Sennò che se bevemo?"
domenica 8 agosto 2010
Io sono qui, tu dove sei?
Il canale Youtube di Nunzio Raso - comico, entertainer, dj, papà
Konrad Lorenz ha avuto più o meno lo stesso problema con la figlia, Martina. E lo ha risolto in modo (più) efficace...
Per ventinove giorni Lorenz ha covato le sue venti preziose uova di oca selvatica. Finalmente è arrivato il gran giorno, ed eccola qua, la prima ochetta:
A lungo, molto a lungo mi fissò l'ochetta, e quando io feci un movimento e pronunciai una parolina, quel minuscolo essere improvvisamente allentò la tensione e *mi salutò*: col collo ben teso e la nuca appiattita, pronunciò rapidamente il verso con cui le oche selvatiche esprimono i loro stati d'animo, e che nei piccoli suona come un tenero, fervido pigolio.
Fin qui tutto bene. Lorenz ha già un piano: affiderà le ochette, e questa in particolare, all'oca domestica che si è piazzata nella cuccia del cane sfrattato.
Infilai la mano sotto il ventre tiepido e morbido della vecchia e vi sistemai ben bene la piccina, convinto di aver assolto il mio compito.
Macché.
(...) Pochi minuti, durante i quali meditavo soddisfatto davanti al nido dell'oca, quando risuonò da sotto la biancona un flebile pigolio interrogativo: 'vivivivivi?'. In tono pratico e tranquillizzante la vecchia oca rispose con lo stesso verso, solo espresso nella sua tonalità: 'gangangangang'. Ma invece di tranquillizzarsi come avrebbe fatto ogni ochetta ragionevole, la mia rapidamente sbucò fuori da sotto le tiepide piume, guardò su con un solo occhio verso il viso della madre adottiva e poi si allontanò singhiozzando: 'fip... fip... fip... '.
Lorenz ci riprova, la ficca di nuovo sotto la biancona, ma niente: 'fip...fip...fip...' Lorenz si arrende.
Posai la cestina con la culla riscaldata proprio in un angolo della camera e mi infilai anch'io sotto le coperte. Proprio nell'attimo in cui stavo per addormentarmi udii Martina emettere, già tutta assonnata, ancora un sommessso 'virrrr'. Io non mi mossi, ma poco dopo risuonò più forte, come in tono interrogativo, quel richiamo 'vivivivi?' che Selma Lagerloef nella sua stupenda storia del piccolo Nils Holgerson, che ha avuto su di me tanta influenza quand'ero bambino, traduce con geniale, penetrante intuizione nella frase: 'io sono qui, tu dove sei?'. 'Vivivivi?: io sono qui, tu dove sei?'. Io continuai a non rispondere, rannicchiandomi sempre più tra le coltri, e sperando intensamente che la piccola si sarebbe addormentata. Macchè! Ecco di nuovo il suo 'vivivivivi?', ma ora con una minacciosa componente tratta dal lamento dell'abbandono: un 'io sono qui, tu dove sei?' pronunciato con il viso atteggiato al pianto, con gli angoli della bocca abbassati e il labbro inferiore voltato in fuori; cioè, presso le oche, con il collo tutto ritto e le piume del capo arruffate. E un istante dopo ecco uno scoppio di striduli e insistenti 'fip... fip... '. Dovetti uscire dal letto e affacciarmi sul cestino; Martina mi accolse beata salutandomi con un 'vivivivivi'. Non voleva più smettere, tanto era il sollievo di non sentirsi più sola nella notte. La posi dolcemente sotto la coperta termostatica: 'virrrr, virrrr'. Si addormentò subito, deliberatamente, e io feci lo stesso. Ma non era passata neppure un'ora (erano circa le dieci e mezzo), quando di nuovo risuonò il 'vivivivivi' interrogativo, e si ripetè la sequenza di cui sopra. E poi di nuovo alle dodici meno un quarto, e all'una. Alle tre meno un quarto mi levai e decisi di cambiare radicalmente la disposizione degli elementi nell'esperimento. Presi la culla e me la posi a portata di mano presso la testata del letto. Quando, secondo le previsioni, alle tre e mezzo si fece sentire il solito interrogativo 'io sono qui, tu dove sei?', io risposi nel mio stentato linguaggio di oca selvatica con un 'gangangangang' e diedi qualche colpetto alla coperta termostatica. 'Virrrr,' rispose Martina 'io sto già dormendo, buonanotte'. Presto imparai a dire 'gangangangang' senza neppure svegliarmi, e credo che ancor oggi risponderei così se, nel profondo del sonno, udissi qualcuno sussurrarmi sommessamente 'vivivivivi?'.
da L'anello di Re Salomone, di Konrad Lorenz (1949)
La parola 'scusa'
I giapponesi vogliono le scuse degli americani
Obama: “No alle scuse per l'atomica su Hiroshima”
La Stampa, 14 novembre 2009 - qui
(...) Obama ha raggelato i reporter giapponesi quando gli è stato chiesto se riteneva «giusta» la decisione presa dagli Stati Uniti nel 1945 di lanciare l’atomica su Hiroshima e Nagasaki. Si è trattato di un’esplicita richiesta di scuse e, con un brusco gesto della mano, il presidente Usa ha fatto capire che non avrebbe risposto.
I cinesi vogliono le scuse dei giapponesi
Perchè la parola "scusa" è importante per i cinesi
di Renata Pisu, Repubblica, 11 aprile 2001 - qui
Japanese and American War Atrocities, Historical Memory and Reconciliation: World War II to Today - The Asia-Pacific Journal (in ingl.) - qui Leggi tutto...
Due
È una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. Possiede una struttura interna incredibilmente complicata, ed alberga in sé quanto basta per confondere il nostro bisogno di giudicare.
Primo Levi, I sommersi e i salvati (1986) Leggi tutto...
Scrollata di spalle asimmetrica
Non faccio nessun affidamento sulle parole. Statisticamente, in media una persona dice tre bugie ogni 10 minuti di conversazione. E vi assicuro che parlo di gente normale, non di chi mette bombe in una chiesa di un quartiere nero. - Dr Cal Lightman
Lie To Me (2009)
Il dottor Cal Lightman, psicologo e antropologo, è un lie-detector umano. Per oltre vent'anni ha studiato la comunicazione non verbale, viaggiando in tutto il mondo. Ha insegnato, ha lavorato per l'intelligence, l'antiterrorismo, la polizia, l'esercito. Ora fa il consulente privato. Il suo personaggio si ispira alla figura dello psicologo Paul Ekman, studioso del comportamento umano ed esperto di microespressioni. (Il suo sito, qui) Le tecniche utilizzate dal protagonista in questa serie tv sono derivate da cinesica, prossemica e semiotica.
Si impara qualcosa. Per esempio:
- scrollata di spalle asimmetrica: qui
- felicità: qui
- sorpresa sincera: qui
- Lightman vs Berlusconi: qui
Citazioni....
Gillian (a Lightman):
Congratulazioni, un bugiardo smascherato. Ne restano sei miliardi e mezzo.
Lightman:
Una volta ho chiesto a degli attori di interpretare i testimoni di un caso di stupro, davanti a 30 giudici federali, sai qual è stata la discriminante per stabilire se il giudice credesse all'uomo o alla donna? Il sesso del giudice.
Ria Torres:
Pensa che lo stia incolpando perché sono una donna?
Lightman:
Lo penso io, Darwin e 2000 anni di biologia evolutiva.
Lightman:
La gente crede sempre che il sentimento più pericoloso sia la rabbia. Invece è il disgusto, il linguaggio dell'odio.
Lightman:
Hai stretto le spalle, be', è una cosa che si fa quando si mente. Per cercare di occupare meno spazio possibile.
Lightman:
Quando dici il falso, la mente lavora sodo per inventare le cose e il corpo non mantiene il sincrono.
Lightman:Tolga la mano dal naso, c'è del tessuto erettile lì. Ci prude quando nascondiamo qualcosa.
giovedì 29 luglio 2010
23 luglio 2010
per papà
Gene Krupa, che ha trasformato la batteria in uno strumento solista.
mercoledì 28 luglio 2010
Semplificazioni
di Edoardo Lombardi Vallauri - videopresentazione
I testi - riveduti e corretti - del primo ciclo di "Castelli in aria", con CD audio delle 30 puntate andate in onda su radio3 nel 2007.
Vallauri prende il problema, lo smonta, guarda com'è fatto dentro e racconta quello che vede.
Indice archerizzato dei capitoli
1. Zero vince sempre nello scantinato puzzolente 2. E se si rivela una sòla? 3. "Ehi, guarda che io sono molto ricco!" 4. L'abitudine avvince 5. Se non lo sapevi lo sai adesso: non vogliamo stare sotto 6. C'è la possibilità di piantare patate 7. Il longobardo può vantare solo 93 parole...
Per il momento, le puntate si possono ancora ascoltare qui
e ancora...
1. Definizione di innamoramento
Mi smuove veramente?
Zero vince sempre nello scantinato puzzolente
Kant dice che è un imperativo morale.
“Svegliati per pensarmi meglio!”
A monte di questo, prima ancora di questo, senza bisogno che sia proprio questo
squilla il telefono nel casottino del fioraio.
Oh, meraviglia!
Possiamo stufarci con chiunque
ma lo scantinato diventa divino.
Un palmo di terra conta tutto.
2. Le scelte difficili
Imboccare la porta invece di abbattere un muro è troppo meglio
tipicamente ci giochiamo il seguito.
E se si rivela una sòla?
Si potrebbe benissimo lanciare una monetina
un mannello vale l’altro.
Pochi sanno che l’asino di Buridano era così onesto.
Probabilmente Maria sarà una cosa a cui dovrò rinunciare.
Fa impressione.
“Ah, ma perché, perché, perché!”
La fatica subito è un peso nascosto, però dura cinque anni.
I risultati cinquanta
3. Gli oggetti status symbol
“Ehi, guarda che io sono molto ricco!”
Oggetti che parlano per noi
quegli sputacchietti disposti ad arte su un piatto triangolare.
La truppa era costretta a procurarsi un macchinone che mentisse favorevolmente sul suo conto.
Succede in moltissimi casi.
Firenze era in rivolta
era successa questa cosa orribile la cui orribilità sarà ancora più chiara tra poco.
È un po’ la stessa cosa.
4. La differenza tra innamoramento e amore
Lo schermo bianco piano piano si colora
lo possiamo trovare cervellotico.
“Non ha mai voglia di uscire, che brutto!”
Se si rimane insieme
l’altro ha sempre qualcosa di buono nella borsa.
Rende possibile l’amore.
Nella mente di Giacomo Leopardi vogliamo bene a noi stessi e alla nostra vita.
Secondo me questo è quello che accade
l’abitudine avvince.
Rende uni.
5. Dono che unisce, dono che separa
Se non lo sapevi lo sai adesso
le due bottiglie di vino servono per sdebitarsi in anticipo.
Fin qui tutto regolare.
Per le vie di una città giapponese chi corre in aiuto è uno sciacallo
lo si dovrà pagare.
Da noi tutti quanti recitano “No, ma non dovevi!”
Non vogliamo stare sotto.
Quando l’affetto è vero vero vero
sopporta benissimo che uno continui a fare fare fare per l’altro.
Non rischia niente.
6. La scelta professionale
Gli avvocati con grosse scarpe pesanti guadagnano molto
non è più tanto vero.
Uno straordinario costruttore di monumenti di fiammifero e vinavil
è un’ipotesi che non si può mai scartare.
Nell’universo mondo raccoglie abbastanza adepti da mantenercisi.
Era estremamente divertente imporre una struttura logica a frammenti di materia
da questo è nato il computer.
“Sì, lo so, figlio, ma fai Economia e Commercio”.
No.
C’è la possibilità di piantare patate.
7. Imparare le lingue
Rivoltella è un calco
Il longobardo può vantare solo 93 parole
ma i prestiti dal francese si spalmano.
L’inglese non ha toni che danno quel senso di miagolato
è un grosso vantaggio.
Loro hanno questa gradevole disinvoltura
sono disponibili a chiamare gay chi è omosessuale.
A noi suonerebbe irregolare
non ce la sentiamo.
Che poi tutti dicono stéigg, sbagliando.
8. Le scelte facili - Maschi e femmine, giusto e sbagliato...
Sgusciare fuori dalla scarpa è più da uomo o da donna?
Vediamo più facilmente un personaggio maschile infischiarsene del buon mantenimento della scarpa.
Ipotesi ingenua
getterebbe un po’ di fango sulla categoria maschile.
Tipicamente un paladino degli uomini è il tubetto del dentifricio
su questo mi sento di impegnarmi.
Le donne sono a metà del guado:
“Strizzare bene il tubetto del dentifricio non mi interessa, non sto al tuo paradigma ovvio!”
L’uomo non sta a vedere cosa fa la donna.
9. Essere un bambino poco socializzato
“Chi ha visto La stanza del vescovo?”
Io no.
C’era di peggio: quando arrivava la palla la sbucciavo.
Paola Ugolini era il Gotha.
Disgrazia felice poter dire ero completamente out.
Il trapiantatissimo è il prototipo del premio Nobel.
Marie oggi forse è vestita meno a colori fluo
ma se la passa meglio di Cindy.
E allora evviva!
Però ci può essere un prezzo che si paga
è giusto dirlo.
10. Educare al dovere e al piacere
I dieci comandamenti sono tutti dei non
questa è la morale.
Arriva Gesù di Nazareth e dice “Amerai”
quasi non è un comandamento.
La Rowling non aveva il dovere di scrivere romanzi che parlavano di maghetti.
Anche l’avarastro per eccellenza si è servito del Paper Sera
c’è un primato dello slancio.
Che figata non rubare!
Dulcis in fundo, esci con le tue amiche e sarai totalmente felice.
Alé.
11. Come e perché si discute
Esercizi d’amore è un romanzo ragionativo
il problema non è in lui è in Cloe.
Il punto è che il tempo agisce male,
può diventare una cancrena orribile.
Un altro Alain dice che dovremmo cercare lo spillo.
Forse hai ragione…
“Ah, ma tu vuoi sempre avere ragione!”
Chi ha spesso ragione ha ragione:
affrontarsi diagonalmente inquina.
12. Essere belli non è un fatto anatomico
E’ una cosa difficile da fare in radio
la faccia stupida etimologica con la bocca a “ooh”.
Provate.
Dopo un po’ diventa irrilevante
perché ormai è il viso di Maria.
Jack Nicholson è assimilabile a un demonio
organoletticamente.
Trovai irritante “Si può essere belli anche a ottant’anni”
il mammifero in noi ha un istinto preciso.
Si vedono un sacco di fatti connessi con questo.
Ammettiamolo forte e chiaro.
13. Il principio dialettico
Se qualcuno ha visto la baita diroccata della mia vecchia nonna mi potrei allarmare.
Per quasi vent’anni mio padre aveva l’esclusiva,
fino al 15 settembre io non proponevo nessuna gita.
“Il giro in Baton Mouche non lo faremo mai!”
La ragione è molto sana.
Qualcuno di altrettanto disonesto col suo forte interesse
è veramente utile.
“No, Amsterdam no, restiamo a Parigi” serve.
14. L’ignoranza è un bene prezioso
Benvenuti a un tradimento della realtà.
Ricordo le prime uscite in motorino
andavo a una festa di molti individui,
molti femmine tra l’altro.
Oggi non è più nuovo questo vento che attraversa i vestiti
ero proprio io, solo io.
Basta rendersene conto.
Socrate aveva già capito molto bene questa cosa:
l’ignoranza gode di una pessima stampa.
15. Il rimpianto per il tempo passato
La madeleine è una felicità incredibile della vita estiva.
E’ una carta piegata che si apre nell’acqua
quello che accade.
I prati, ho un bel ricordarmeli!
Io per un momento risono.
E’ risorto il piccolo Marcel.
Non possiamo decidere di essere nuovamente bambini.
Non lo possiamo decidere, ripeto.
C’è qualcosa di positivo.
16. Che cosa significa non essere più adolescente
“Ho pensato di nuovo quando muoro!”
Perché io non ci penso più? Sono diventato un cretino?
Abbiamo relegato questi enormi spauracchi in qualche enorme parcheggio
ormai tutto quello che si può fare è pettinare i fili d’erba.
E’ una pantofola borghese,
l’adolescente lo vede con chiarezza.
Ma c’è un caso umano ed è Giovanni Pascoli.
Si lascia bombardare a pelle nuda.
Io però sono un po’ stufo.
17. Il primato della conoscenza e il principio del midsize
A regime, ce ne infischiamo che non moriamo di influenza.
Si comincia a desiderare dei cabinatelli niente male
questo porta delle conseguenze.
Continuerò a essere roso.
La mia opinione personale è che Ivan Lendl giocava benissimo con il formato normale,
io giocavo benissimo.
Ma il midsize era una nassa ir-re-ver-si-bi-le.
Chi sa più cose non vorrebbe saperne di meno.
18. Come essere di più (avendo di meno)
Un fuoristrada è tutta-vita,
non si può colpevolizzare!
Bisogna credermi sulla parola.
Questo dottor Arnheim,
se tutti facessero capannello intorno alla sua Porsche non sarebbe felice.
C'è una bella differenza:
leggere giornaletti con donne completamente nude sulla metropolitana
o attraversare il fiume in piena con un locale che arriva col suo mulo guadante.
E’ enormemente interessante servire all'intelligenza nuovi piatti fatti con intelligenza.
19. Dire senza dire
Non poteva essere casuale
Prisma Dedra Tempra Lantra.
Poi con la erre che mi ritrovo io…
“I peccati di gola che non fanno ingrassare”
ma non farmi ridere, fanno schifo!
anche quelli che vi affascinano di più.
“Porca miseria, Pinin, ma cosa stai contrabbandando?”
La freschezza di Jocca
che nessuno lascerebbe passare una frontiera.
Il target ormai è scafato.
20. Perché amiamo il calcio
Prima che riesca a fare gol bisogna che succeda di tutto
quell’altro ficca la palla nel sacco e vince.
Se uno è più forte deve stare molto attento
nel calcio è sempre tutto rotto
basta un piede sulla palla o sulla caviglia.
Fare fallo conviene
va a favore di un “Vinciamo noi!”
Se uno volesse gesti atletici a bizzeffe andrebbe a vedere qualche altra cosa.
Però in fondo basta uscire da questa logica un po’ etica
l’emozione della speranza di vincere è impagabile.
E questo è sensato.
21. O ci sposiamo o ci lasciamo
Oggi, adesso, ormai
continuare in una via di mezzo non è più possibile.
E’ da imbecilli?
Sulla scala della singola sera la titolare è meno emozionante,
questo può accadere.
Ci sposeremo ogni giorno.
Ma se l’amore finisce? E’ una tortura!
In realtà ci ha lavorato.
Così si sceglie davvero il nostro destino
Basta saperlo.
22. Il principio della margherita
Con un po’ di faccia tosta è una metafora.
Quella persona ci è apparsa fulgida
ci cacciamo in dei maledettissimi mari di guai.
Un bel petalo dei pets
sull’educazione avrà un petalino atrofico.
Il petalone del Grande Fratello
è un becero insopportabile a starci un pochino.
“Ah, è stato disonesto!”
Non è affatto detto.
La corona completa di petali decenti non ti fa mai cascare le braccia.
E’ rassicurante.
23. Natura matrigna
Interessantemente
non posso vivere sempre a Tokyo,
posso immaginare un mondo in cui ho una tenda lì.
Abbiamo gli occhi più sviluppati delle mani
non c’è niente da fare, è triste.
Giacomo Leopardi ha questa capacità di creazione di scarti
da 1 a 7 e poi da 37 a 51.
Il Vesuvio non è qualcuno che ci odia
se ne infischia.
Ci ha fatto anfibi.
24. Umano è non accontentarsi
Il top è essere un lombrico a Posillipo?
E’ difficilissimo, ma il punto non è questo:
la felicità dopo un po’ scade.
“Ah, io vorrò dell’altro!”
Se dovessi dire all’attimo “Ma rimani, sei così bello!”
allora sì, okay, la mia anima te la puoi anche prendere
chissenefrega.
Faust ha un fascino.
Dire all’attimo “Ma rimani!”, io non ci cadrò mai.
Ce la possiamo cavare dicendo che forse è questione di gusti.
25. A che cosa serve la cultura
“Ah, i giovani d’oggi sono ignoranti!”
Bella forza!
In compenso mio figlio sa una cosa che io non lo so che la sa.
Come nascondersi dall’orso è una perdita
però intanto i Griffin sono estremamente intelligenti.
Somigliare a Paris Hilton non ti dà vera soddisfazione,
bisogna che uno ci metta un 30 per cento di cose in più.
Nel successo-micro serve ancora.
Questo è davvero vero.
26. La prevalenza del cretino
Personaggi un po’ essenziali tengono la ribalta.
E’ un sottocaso dell’entropia
è in quella direzione che le cose vanno.
La cosa merita di essere analizzata.
Se hai davanti uno, gli puoi fare il giro intorno psicologicamente.
In televisione funzioni molto meno bene
occorre avere solo la base dell’umano.
Se vuoi essere eletto, questa è la consegna
“No, non dire mai una cosa così!”
27. Quanto è snaturato l’italiano dall’inglese
Film, club e computer.
Attenzione!
Chic, dépliant, bidet.
Oh, barbarie!
Interessantemente non c’è il verbo click.
Perfino papà non c’era.
Fuorilegge è performante.
Il troppo di varietà non ci disturba
è un calco semantico imboscato.
Il Veltroni-pensiero di stampo germanico potrebbe essere un campanello d’allarme
ma tutti noi diciamo znob.
Voilà.
28. Ti voglio bene ma non mi interessi
“Ah, non vieni mai a trovarmi!”
E’ perfettamente pronunciabile la frase
“il tempo passato con una persona che amiamo-per-niente si colora di più”.
L’alleato continuo si lamenterà
quella ha delle reazioni imprevedibili!
“Perché ti sei spostato di pochi millimetri sulla panchina?”
Non bisogna lasciarsi ingannare dall’amore a statuto speciale che pullula sotto forma di scoperta
sono casi rarissimi innervati di innamoramento.
Questo ci interessa: con ogni probabilità si può non soffrire.
29 Frittate e grattacieli
Reinhold Messner non sente l’attrattiva della palla che chiede di essere mandata in gol, porca miseria!
Difficilmente ti darà retta.
Rita Levi Montalcini ha ancora quel suo delizioso abitino fine ottocento
questa è una grande forza.
Ulisse si fa rimorchiare sulla superficie orizzontale della padella
come l’uovo liquido.
Leonardo per qualche anno gioca a calcetto, poi decide che gli interessa la pittura,
è sempre disponibile.
Oggi le frittate gli colano accanto.
30. E’ meglio essere o non essere di buona famiglia?
Con delle conoscenze respirate in salotto
non devi contemporaneamente fare il barista.
Il film te lo paghi tu.
In Caterina va in città dopo un attimo si vede
sanno impugnare un bicchiere per diritto o per rovescio.
Chi rischia di essere capito come out ha un'energia slombata.
Ci sono dei vantaggi:
la gente pensa a creare qualcosa che splenda.
Vuoi che non ci sia un avvocato nella parentela?
E' abbastanza evidente.
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martedì 27 luglio 2010
2+2
7’35” - Lilli Gruber dà fuoco alle polveri:
Perché gli uomini sono come sono fatti, non sono disposti a cambiare, mai!
7’39” - Alessandra Mussolini parte di manganello:
Vorrei che in croce non ci fosse la donna, ma l’uomo… ma con gli spunzoni. (RISATINE IN STUDIO) Perché il problema della violenza sessuale non è nostro, è un problema dell’uomo. Sono loro che hanno dei problemi.
8’35” - Dacia Maraini (bontà sua):
Non è l’uomo biologicamente aggressivo, è una cultura… che si portano dentro molto uomini. Non tutti, per fortuna...
9’25” - Alessandra Kustermann, scuote la testa:
Una cosa su cui rifletto sempre, però, è che tutti voi siete figli di donne. Perché alla fine gli uomini violentano, perché alla fine gli uomini picchiano? (...) Accettiamo, noi donne, che ci sia una corresponsabilità femminile in origine, storicamente...
10'25" - Federico Guiglia osa:
Il cambio della cultura deve cominciare lì.
10'28" - Alessandra Kustermann:
Sì. Leggi tutto...
sabato 26 giugno 2010
Dadi, bulloni e rondelle
"Questo è il sito che mi sarebbe piaciuto trovare su internet per fare meglio il mio lavoro. E siccome non c'era, alla fine ho deciso di farlo io. (...) In questo sito ci sono le mie letture e le mie esperienze concrete del lavoro di tutti i giorni. Sono debitrice a un gran numero di persone e di professionisti in tutto il mondo, debiti che ho voluto saldare nella sezione link, una guida di siti selezionati e recensiti tra il meglio del web." - Luisa Carrada
Stile asciutto, superinformativo, a bassissimo tasso di Io. Leggi tutto...
venerdì 25 giugno 2010
Lasse rulla
Autoritratto (2006) di Lasse Gjertsen. 20 anni quando lo ha scritto, girato, suonato, interpretato e animato.
Sogno a occhi aperti (2007), il video di Lasse per il violoncellista e compositore Giovanni Sollima
Voodoo
Per la prima volta in vita sua, da un anno era sobrio.
Pochi mesi prima, aveva ricevuto una visita del collega e amico Theodor Itten, che ricorda quell'incontro, qui.
Family Life di Kenneth Loach (1971) - qui la scena del pranzo in famiglia. Leggi tutto...
giovedì 24 giugno 2010
Natural Born Killers
Edward George Glover, psicoanalista inglese (1888-1972) Leggi tutto...
lunedì 14 giugno 2010
Osservazione globale
Babies documentario di Thomas Balmès (aprile 2010)
Balmès segue il primo anno di vita di quattro bambini, in quattro paesi diversi - Namibia, Mongolia, Giappone, Stati Uniti.
Gli interpreti: Ponijao (Namibia), Bayarjargal (Mongolia), Mari (Giappone), Hattie (USA).
400 ore di riprese per un "esperimento di osservazione globale".
"Le due famiglie di Namibia e Mongolia non sono povere, anzi: per il numero di capi di bestiame che possiedono sono considerate ricche. L'idea non era di confrontare famiglie povere e ricche, ma famiglie che vivono in paesi con un diverso grado di sviluppo tecnologico. Ho scelto famiglie che erano felici e aspettavano con serenità l'arrivo di un bambino".
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venerdì 11 giugno 2010
Vita da cani
"Comunque: a un certo punto ho cominciato ad avere dei cani. Se vivi da solo e hai dei cani le cose cambiano. So di non essere l’unica persona al mondo a proiettare le proprie nevrosi freudiane sui suoi animali domestici o da compagnia o quant’altro. Ma a me ha preso male; per gli amici è una fonte di divertimento. Come prima cosa ho iniziato a pensare che per i cani era un trauma essere lasciati soli per più di un paio d’ore. Questa cosa, di per sé, non è da psicopatici come sembra: la maggior parte dei cani che mi è capitato di avere hanno avuto infanzie difficili – compreso un ex proprietario che è andato in prigione… Ma non è questa o quella cosa. Il punto è che ormai non li lascio volentieri da soli per molto tempo, e da un po’ di tempo a questa parte ho proprio bisogno di averceli intorno quando scrivo, altrimenti non mi sento a mio agio. Il che ha compromesso seriamente le possibilità di lavorare fuori casa: un cambiamento di abitudini che col senno di poi non è stato troppo un bene per me, visto che (a) tanto le tendenze agorafobiche mi rimangono lo stesso, e (b) casa mia è ovviamente piena di una serie di distrazioni che il box per la consultazione di una biblioteca invece non offre. In breve quindi al momento lavoro per lo più a casa, anche se so che lavorerei meglio, più rapidamente e con maggiore concentrazione se andassi da qualche altra parte."
David Foster Wallace intervistato da Dave Eggers (2003)
l'intervista in italiano - qui
l'intervista in inglese - qui Leggi tutto...
Terre promesse
Sigmund Freud risponde alla richiesta di un dirigente dell'Agenzia Ebraica Internazionale di prendere posizione contro l’autorità britannica che aveva cominciato a limitare l’immigrazione di ebrei in quel territorio.
Vienna, 1930
“Non posso fare ciò che ella mi chiede, perché non riesco a superare l’avversione per l’idea d’imporre al pubblico il mio nome. Neanche il momento così critico, mi sembra sufficiente a poterlo fare. Chiunque voglia infiammare le masse di persone, credo lo debba fare con qualcosa di esaltante, mentre la mia opinione moderata sul Sionismo non mi consente di far nulla di simile. Approvo sicuramente i suoi scopi, sono fiero della nostra Università di Gerusalemme, mi fa immenso piacere la prosperità del nostro insediamento. D’altro canto, però, io non penso che la Palestina possa mai diventare uno Stato ebraico, né che il mondo cristiano e il mondo islamico sarebbero disposti a vedere i loro luoghi sacri in mano agli ebrei. A mio avviso sarebbe stato più sensato fondare una patria ebrea in una terra con meno gravami storici. Sono però consapevole che questa mia opinione razionale non avrebbe mai suscitato l’entusiasmo delle masse né ottenuto l’appoggio finanziario dei ricchi. Devo tristemente riconoscere che l’infondato fanatismo della nostra gente è in parte colpevole di aver suscitato la diffidenza araba. Non provo alcuna simpatia per una religiosità ebraica mal diretta, che trasforma un pezzo di mura erodiane in cimelio nazionale, offendendo così i sentimenti della gente del luogo. Giudichi dunque lei se io, avendo simili opinioni critiche, possa essere la persona giusta per farsi avanti e confortare un Popolo deluso da speranze ingiustificate”.[1]
(dall'Archivio Freud) Leggi tutto...
sabato 5 giugno 2010
Cinese base
Dialogo (ascoltato) tra due ragazzi romani, Fratello e Sorella.
- S - “Ma che, sul curriculum c’hai scritto che sai il cinese?”
- F - “Sì. (Stupito che sia stupita) Cinese bbase.”
- S - “Base? Io che lo studio da tre anni so il cinese base, no tu che sei stato a Pechino una volta…”
- F - (...)
- S - “E quale sarebbe questo cinese base?"
- F - “Grazie, prego, portame er conto.”
venerdì 4 giugno 2010
Il soldato Turker Kaan
Nilufer Cetin, madre di Turker Kaan, dalla sede di IHH, una delle ong turche che hanno organizzato la spedizione della Freedom Flotilla contro il blocco navale di Gaza. video
Questa madre ha usato il proprio figlio come scudo umano. Stampa e attivisti applaudono. Di lei non parla David Grossman. E neppure Fiamma Nierenstein.
Altri ritagli stampa...
"La nave era piena di sangue", dichiara Nilufer Cetin che viaggiava con suo figlio di un anno, sul traghetto. Oggi, tornata ad Istanbul, racconta così quei momenti di terrore. "Con mio figlio siamo rimasti in cabina a giocare mentre fuori si sentivano gli spari. Ma non ho avuto paura. Non avevo bisogno di proteggere mio figlio. Tutti sapevano che c'era un bambino a bordo. L'ho protetto restando in cabina. Le tendine degli oblò erano chiuse e così non si vedeva quello che succedeva sul ponte. Si udivano solo gli spari e le voci. Poi io ho messo una maschera anti-gas e gli ho fatto indossare un giubbetto salvagente". Una volta sul ponte uno spettacolo drammatico: "Ho visto persone ferite, qualcuno in maniera leggera, alcuni più gravi" - Repubblica.it
Nilufer Cetin holds his son Turker Kaan as she makes statements to the media after their arrival. (...) "We were aware of the possible danger," she said. "But there are thousands of babies in Gaza. If we reached Gaza, we would have played with them and taken them food". - Associated Press
In her arms was the reason for her early release: her 13-month-old baby, Turker Kaan Cetin, whom she said Israeli authorities did not wish to keep in prison, our reporter Alexander Christie-Miller says. Ms Cetin said Israel forces “confiscated everything” from the detainees and her husband, the ship’s engineer, remains in custody. - Timesonline
Altri riferimenti:
Inter Press Service - "Blocco di Gaza: molteplici le responsabilità", 30/4/2010
Gaza Flotilla Raid - scheda dettagliata dei fatti, da wikipedia
epistemes.org - "La flottiglia e la flotta", 6/6/2010
Gush Shalom (sito pacifista israeliano) - "A crime against Israel", 1/6/2010
Internazionale - "Dall'etica ebraica alla licenza di uccidere" di Raimi G. Khoury, 3/6/2010
Obiettori israeliani:
Yesh G’vul - "We, candidates for service and soldiers in the IDF, men and women, as responsible citizens, hereby declare that we will take no part in the continued oppression of the Palestinian people in the occupied territories, and we will not participate in policing actions or in guarding the settlements."
seruv.org - Courage To Refuse - Combatant's Letter Leggi tutto...
lunedì 31 maggio 2010
Altri Tenenbaum
Gary Jules, Mad World
regia di Michel Gondry
"... a child-like explorative eye".
Su Gondry (in inglese), qui
Speciale Gondry (in italiano), qui - dal sito spietati.it
Dance Tonight (2007), il video di Gondry per Paul McCartney, con Natalie Portman. E il dietro le quinte.
Lingue dure a morire
Carus exspectatusque venisti (Sei il benvenuto)
Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem (Inserisci per favore la scheda per accedere alle operazioni consentite)
Deductio ex pecunia (Prelievo)
Rationum aexequatio (Saldo attuale)
Negotium argentarium (Lista movimenti)
Retrahe scidulam depositam (Ritira la tessera)
(leggi tutto l'articolo qui) Leggi tutto...
venerdì 28 maggio 2010
Baltimora, Maryland, Stati Uniti, mondo
The Wire serie tv della HBO
Attraverso il racconto del lavoro quotidiano e frustrante di una sezione della polizia di Baltimora, la serie racconta "lo stile di vita delle metropoli americane, l’influenza che le istituzioni esercitano sugli individui, e i compromessi che chiunque è costretto ad accettare, siano essi poliziotti, scaricatori di porto, trafficanti di droga, politici, giudici o avvocati".
60 puntate, 5 stagioni
La storia della serie (in italiano), qui
La storia della serie (in italiano), qui
La mappa dei personaggi, qui
Il matematico Giorgio Israel vede The Wire. "Pur di soddisfare i parametri che vada tutto in malora” (dal suo blog, giugno 2010)
- Stagione 1 - Il ghetto e la droga
- Stagione 2 - Il porto
- Stagione 3 - L'amministrazione pubblica
- Stagione 4 - La scuola
- Stagione 5 - I media
Baltimora, Maryland.
"MEDELLIN PERICOLOSA COME BALTIMORA - Tijuana precede Città del Capo, in Sudafrica, che ha registrato 62 omicidi ogni centomila abitanti, sempre secondo il Ccsp. San Salvador, capitale del Salvador, è al settimo posto (49), davanti a Medellin, in Colombia (45), classificatasi alla pari con la statunitense Baltimora. Baghdad, la capitale irachena che vive tuttora scene di guerra, si piazza solo in decima posizione, con 40 omicidi ogni centomila abitanti." (Corriere della sera, agosto 2009)
Gli autori:
David Simon e Ed Burns. Il primo è un ex giornalista di cronaca giudiziaria del Baltimora Sun. Il secondo è un ex investigatore della polizia di Baltimora, ex insegnante di scuola pubblica e co-autore di un libro poliziesco insieme a David Simon.
Intervista a David Simon (in italiano), maggio 2010, qui
"If Dostoyevsky was still alive - he would be writing for this show." - Dave, utente di metacritic.com
Un mondo di uomini...
... dove la più spietata è lei.
Note:
Terza stagione, Ep. 9 (min. 11')
- McNulty fa l'elenco dei migliori poliziotti che ha conosciuto a Baltimora, e fa il nome di Ed Burns - autore della serie, ed ex-poliziotto del BPD
Terza stagione, Ep. 8 (min. 31'51")
- McNulty dice a Brianna quello che io penso di lei.
Terza stagione, Ep. 10 (min. 38'58")
- Sì, quello seduto al bancone è Rawls.
Riferimenti:
Tutto sulle prime tre stagioni (in inglese, da salon.com), qui
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martedì 25 maggio 2010
Interismi
La coppa di Khyentze Norbu (1999)
Palden e Nyima, fuggiti dal Tibet, trovano rifugio in un monastero buddista ai piedi dell'Himalaya, dove vengono avviati alla vita monastica. Il fatto è che sono appassionati di calcio e mancano pochi giorni alla finale della Coppa del mondo. Decidono di organizzare una fuga notturna per andare a vedere la finale nella sala tv del villaggio, ma sono scoperti e rischiano l'espulsione...
Khyentze Norbu - lama reincarnato e regista di cinema.
Una bella scheda, con analisi del film e percorso didattico. Leggi tutto...
domenica 23 maggio 2010
E lo zio bonzo?

Teatro dell'Opera di Roma
Butterfly: Ho anche altri parenti. Uno zio bonzo. Ci ho anche un altro zio, ma quello....
Amiche: Gran corbello!
Butterfly: Ha un po' la testa a zonzo.
Pinkerton: Capisco, un bonzo e un gonzo.
Butterfly: Ve ne rincresce?
Pinkerton: Ohibò! Per quel che me ne fò.
Bonzo: Cio-cio-san! Abbominazione! Ci hai rinnegato! Kami sarundasico!
Pinkerton: Ehi, dico basta! Sbarazzate all'istante. In casa mia niente baccano e niente bonzeria!
Butterfly: Noi tutti soli, e fuori il mondo.
Pinkerton: E il bonzo furibondo. Bimba piena di malia, ora sei tutta mia.
(...)
Coro a bocca chiusa: mmm-mmm-mmmm (ascolta)
(Ma finirà male.)
L'arrivo dello zio Bonzo - video
Il direttore d'orchestra Daniel Oren saltava, ballava e faceva le facce sul podio. Le sue due bambine (e il terzo in arrivo) lo guardavano da un piccolo palco.
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